venerdì 22 ottobre 2010

Annual International Congress

ONE BIG EVENT
2nd ANNUAL INTERNATIONAL CONGRESS
for Regenerative and Cell Based Medicine
REGISTER TODAY!
In four short weeks, the ICMS will be hosting its 2nd Annual International Congress on Regenerative and Cell Based Medicine.  This unique event is the only conference dedicated specifically to adult stem cells. It is our pleasure to invite you to join us on November 11-12, 2010 at the M Resort is Las Vegas, Nevada as we bring together lectures and presentations from internationally acclaimed physicians who are currently treating patients with these promising therapies.
This conference provides a one-of-a-kind opportunity for physicians, clinicians, and researchers interested in cell based medicine to come together to hear about the latest trends in the field and see data from patients who are currently being treated with stem cells from bone marrow, peripheral blood, and adipose tissue.  We have put together an agenda of experts from half a dozen countries to help you update your knowledge in the field, confirm your current practices, and receive valuable take-home information that will allow you to optimize your patient care and treatment efficacy.
Please join us in Las Vegas for what is sure to be a rewarding and highly educational experience!

NEW! Essential Knowledge in the Collection of Stem CellsEssential Knowledge in the Collection of Stem Cells
As a new feature of this year's conference agenda, the ICMS will be presenting a one-day, hands-on workshop on Essential Knowledge in Stem Cell Collection Techniques.  Held on Friday, November 12, 2010, this exciting workshop will provide physicians with a unique opportunity to learn the basics of safe and effective collection of stem cells from seasoned specialists that are pioneering the field.  The course will prodive professional training in the collection of platelet rich plasma and mesenchymal stem cells derived from bone marrow, adipose tissue, and peripheral blood.
The Training Course will feature presentations sponsored by the following organizations:
Essential Knowledge in the Collection of Stem Cells

HARVEST TECHNOLOGIES
Harvest Technologies is commercializing internationally, a technology that makes it possible for physicians to derive adult stem cells from patients in shorter periods of time. This company is at the forefront of the movement to develop technologies that accelerate our bodies' natural healing potential.
Harvest is sponsoring the platelet rich plasma training course which will be presented by Dr. Joseph Aiello.
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 Essential Knowledge in the Collection of Stem Cells

NEOSTEM

NeoStem Inc. is an international biopharmaceutical company that is committed to furthering the diagnostic and therapeutic applications of adult stem cells.  The company is dedicated to serving patients and transforming these promising therapies into reality.
NeoStem is sponsoring the peripheral blood training course which will be presented by its Director of Clinical Affairs, Lee Clough.
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ADISTEM

AdiStem Ltd. is a biotechnology company that is dedicated to discovering and developing new methods and instruments to assist clinicians in using adult stem cells to treat patients. The company is a pioneer in the field and a leading provider of stem cell products and procedures.
AdiStem is sponsoring the adipose tissue training course which will be presented by its Director, Dr. Vasilis Paspaliaris.
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 Essential Knowledge in the Collection of Stem Cells

REGENERATIVE SCIENCES
Regenerative Sciences, Inc. is a clinic that provides non-surgical joint repair treatments using autologous adult stem cells and blood growth factors. This clinic is dedicated to patient safety and a high quality of life and strives to meet the individual needs of all of its patients.
Regenexx is sponsoring the bone marrow training course which will be presented by its Co-founders, Drs. Christopher Centeno and John Schultz.
Click HERE to learn more>>
if you have any questions about the conference please contact us at info@cellmedicinesociety.org



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mercoledì 29 settembre 2010

Staminali , biobanca conserva scarti delle liposuzioni per trattamenti di bellezza

Notizia


Cellule 'bambine' provenienti dal grasso scartato in una liposuzione possono essere crioconservate in banca, in Belgio, per futuri utilizzi in medicina estetica. "Si tratta di mettere in banca la propria bellezza, per utilizzare a distanza di anni le preziose cellule reiniettandole dove serve", spiega lo specialista di chirurgia plastica e ricostruttiva di Roma, Marco Gasparotti, che ha illustrato il progetto a Siena, nel corso del 59esimo Congresso nazionale Sicpre (Societa' Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica).
A offrire il servizio e' Cryo-Save, banca di staminali leader nel Vecchio Continente (con oltre 130 mila campioni di cellule da cordone ombelicale). Cuore del progetto e' un nuovo prodotto, Cryo-Lip, "che - dice Gasparotti all'Adnkronos Salute - permette la raccolta, lavorazione e conservazione di una miscela ricca di staminali adulte provenienti dalla liposuzione aspirata, un materiale che normalmente viene scartato".
Il processo di crioconservazione di questa miniera di staminali del grasso consente di ricavare un quantitativo di cellule 'bambine' molto maggiore rispetto a quello che si trova, ad esempio, nel midollo osseo. I 50 ml di materiale necessari sono facilmente ottenibili dalla liposuzione. E il fatto che si tratta di un tessuto autologo adulto elimina problemi etici o immunologici.
Dal momento che il procedimento richiede l'intervento del chirurgo plastico, il servizio sara' illustrato a chirurghi esperti in liposuzione e formati ad hoc. "Penso che le cellule staminali di derivazione adiposa svolgeranno un ruolo importante sia nel futuro della medicina rigenerativa, che in quello della chirurgia estetica", dice Gasparotti che gia' utilizza il grasso prelevato dalle pazienti per 'riempire' e rivitalizzare alcune parti del loro corpo, dalle gambe, al seno, fino all'addome, "con risultati importanti".
Ed e' convinto che dall'impiego di materiale selezionato ad hoc e ricco di staminali adulte si possano ottenere ulteriori progressi, in termini di ringiovanimento dell'aspetto della pelle. Una volta bancato, il materiale viene monitorato costantemente e sottoposto a test regolari, per poter essere consegnato dietro richiesta dei proprietari. "Ed essere utilizzato per futuri trattamenti anti-eta'", conclude Gasparotti.

giovedì 26 agosto 2010

Staminali coltivate per riparare il cuore

Staminali coltivate specificamente per riparare il cuore

Se adeguatamente 'istruite', le cellule staminali adulte possono riparare i danni provocati al cuore dagli infarti. Lo afferma uno studio pubblicato sul Journal of the American College of Cardiology, secondo cui questa tecnica e' sicura e puo' essere testata sull'uomo.
Le staminali adulte isolate dai pazienti normalmente hanno una limitata capacita' di riparare il cuore. I ricercatori della Mayo Clinic di Rochester, nel Minnesota, hanno sviluppato pero' un cocktail di fattori di crescita cardiaci che riescono a 'programmare' le staminali ottenute dal midollo osseo dei pazienti. Applicate a un modello animale queste cellule hanno mostrato una grande capacita' di riparare i tessuti cardiaci senza nessun effetto collaterale. Nello specifico, i ricercatori hanno trovato che il tessuto cardiaco danneggiato guariva piu' efficacemente, grazie all'apporto delle staminali, e le cicatrici lasciate dall'infarto erano scomparse dopo qualche mese dal trattamento.

sabato 14 agosto 2010

Staminali del midollo spinale contro malattia rarissima della pelle nei bambini

USA

Staminali del midollo spinale contro malattia rarissima della pelle nei bambini


Per la prima volta sono state usate con successo le cellule staminali prelevate dal midollo spinale per 'riparare' la pelle di decine di bambini affetti da una rarissima e dolorosissima malattia per cui non esiste alcuna cura. Si tratta della 'epidermolisi bollosa distrofica recessiva', che causa la continua vescicazione della pelle e di solito e' letale. Tra le zone piu' colpite la bocca e l'esofago. Cio' rende un martirio il semplice nutrirsi. Tra il 2007 e il 2009 i dottori John Wagner e Jakub Tola dell'Universita' del Minnesota hanno trattato sei bambini con RDEB, di eta' compresa tra 15 mesi e 14 anni, con chemioterapia e trapianti di staminali dal midollo. Dopo un periodo compreso tra 30 e 130 gionri le vesciche dei piccoli mostravano netti miglioramenti. La terapia aveva nettamente incrementato la quantita' di collagene 7, la proteina assente nei bambini affetti da RDEB. Dopo 799 giorni cinque dei sei bambini sono ancora vivi; uno e' morto dopo 183 giorni

Staminali, per la prima volta usate quelle autologhe per ricostruire trachea di un bimbo

GRAN BRETAGNA


Un intervento pioneristico e' stato eseguito e concluso con successo su un bambino inglese di 11 anni, per ricostruirgli la trachea usando le sue stesse cellule staminali. Ciaran Finn-Linch, questo il suo nome, e' stato il primo bambino al mondo a ricevere un trapianto di trachea con queste modalita', e ora sta per lasciare l'ospedale per tornare nella sua casa di Londra, secondo quanto riporta la Bbc.
Ciaran e' nato con la stenosi tracheale di un lungo segmento, patologia che rende la trachea molto stretta. Per porre fine ai suoi problemi, i medici del Great Ormond Street Hospital di Londra hanno prima prelevato cellule staminali dal suo midollo osseo per poi iniettarle in un donatore di trachea, trovato in Italia. Dopo di che hanno trapiantato l'organo, permettendo cosi' alle staminali di trasformarsi in cellule del suo stesso corpo. L'obiettivo dei medici era di evitare eventuali problemi di rigetto. Tutto e' andato bene. I dottori infatti hanno riscontrato il ripristino del flusso di sangue.
Questo tipo di intervento si e' reso necessario visto il fallimento e le complicazioni dei precedenti cui era stato sottoposto il bambino. Il primo all'eta' di due anni e mezzo gli aveva ricostruito le vie aeree, ma lo stent di metallo utilizzato gli aveva eroso l'aorta. Dopo di che aveva subito altri due interventi, finche' otto mesi fa non si e' ripresentato lo stesso problema dello stent, che ha causato un massiccio sanguinamento. Cosi' i dottori hanno optato per le cellule staminali, con lo stesso tipo di intervento sperimentato per la prima volta in Spagna nel 2008 su una donna. Ciaran e' stato il primo bambino nel mondo a subire un trapianto di trachea con staminali autologhe.

domenica 27 giugno 2010

Cornee rigenerate da staminali: trattamento efficace per 10 anni

ITALIA




Un team di ricercatori italiani e' riuscita a sviluppare cornee da cellule staminali prelevate dall'anello che circonda l'iride per sostituire quelle danneggiate da ustioni con un innesto che dura almeno 10 anni. La tecnica e' stata messa a punto dal Centro di Medicina Rigenerativa Stefano Ferrari di Modena. La tecnica prevede di estrarre le staminali dalla giunzione sclero-corneale (il limbo) di un occhio sano. Una volta fatte sviluppate su una pellicola sottile questo strato e' innestato nell'occhio per formare una nuova cornea rigenerata. Per fare cio' serve solo un millimetro quadrato di limbo. La ricerca e' stata pubblicata sul New England Journal of Medicine. Una delle ricarcatrici, Graziella Pellegrini, ha riferito che la ricerca si e' dimostrata efficace sul 77% dei 112 volontari, che avevano perso la vista.

venerdì 7 maggio 2010

Staminali. Rigenerazione biologica del cuore

SPAGNA

Notizia
7 maggio 2010 10:31

Il cuore artificiale del futuro potra' essere biologico. La novita' tecnica -come fa sapere il primario di cardiologia dell'ospedale Gregorio Maranon di Madrid, Francisco Fernandez-Aviles, e' che viene utilizzato una specie di "stampo". In questo caso si tratta di un cuore scartato per trapianto.
Il primo passo e' nel trattare questo organo con un detergente enzimatico per eliminare le cellule del donatore. Il risultato e' che si dissolve la carne e si lascia pulita la struttura base del cuore, quindi si semina questa struttura con cellule staminali in modo che il cuore si rigeneri. Questo passo e' complicato ma ci sono dei precedenti (e' stato fatto con la trachea e con piccoli animali). Pero' c'e' bisogno che questa struttura, irrigata a dovere, cominci a palpitare.
Si tratta di un esperimento pionieristico a cui partecipano anche l'Universita' del Minnesota e la l'Organizzazione nazionale dei Trapianti, con finanziamenti del ministero di Ciencia e Innovacion per 7000.000 euro nell'ambito di un progetto chiamato SAIBO (Scaffolds and Bioartificial Organs for Transplantation).

Staminali dormienti nel cervello anziano, ma risvegliabili

GERMANIA

Notizia
6 maggio 2010 20:00

E chi lo dice che il cervello invecchia con l'eta'? Anche da anziano, invece, il nostro cervello potrebbe 'rinverdirsi' di nuovi neuroni, infatti, almeno nei topi in eta' anziana, il cervello conserva un tesoro di cellule staminali potenzialmente utili a scopo rigenerativo.
Queste cellule sono in buona parte 'in letargo', ma possono essere risvegliate con opportuni stimoli come la ginnastica.
Lo rivela uno studio condotto presso il Max Planck Institute of Immunobiology di Friburgo pubblicato sulla rivista Cell Stem Cell.
Condotta da Verdon Taylor, la ricerca ha evidenziato la presenza di varie popolazioni di cellule staminali nei pressi dell'ippocampo, area cruciale per apprendimento e memoria, di topolini anziani. Alcune di queste cellule staminali sono dormienti altre attive.
Era gia' nota la presenza di staminali nell'ippocampo del cervello adulto; ma finora si era ritenuto che questo tesoro si esaurisse con l'avanzare dell'eta'.
Invece i ricercatori tedeschi hanno trovato due popolazioni di staminali in parte in letargo, in parte attive. Ed hanno anche visto che l'attivita' fisica e le crisi epilettiche sono tra gli stimoli che possono risvegliare le staminali.
In futuro, conclude Taylor, queste staminali potrebbero essere risvgliate con stimoli esterni (per esempio nuovi farmaci) per dare impulso alla rigenerazione di nuovi neuroni che vadano a ringiovanire il cervello o addirittura a curarlo in caso di malattie come la demenza senile.

venerdì 9 aprile 2010

AUSTRALIA - Staminali fegato. Proteina stimola rigenerazione

AUSTRALIA - Staminali fegato. Proteina stimola rigenerazione

Notizia
7 aprile 2010 20:42

Ricercatori del Western Australian for Medical Research (WAIMR), in Australia, hanno individuato una proteina che stimola la rigenerazione delle cellule del fegato, aprendo la porta ad una possibile alternativa al trapianto. Si chiama TWEAK la molecola naturale che consente di raddoppiare la crescita di tessuti epatici sani, agendo direttamente sulle cellule progenitrici epatiche (LPCs), praticamente le staminali del fegato. Lo studio, pubblicato sulla rivista Hepatology, potrebbe anticipare un futuro migliore per i pazienti con danni al fegato, come quelli affetti da Epatite C. Iniettate nei soggetti sottoposti a sperimentazione con compromissioni epatiche hanno velocizzato la guarigione del tessuto. 'Significa che si potrebbe adoperare TWEAK per aiutare gli organi danneggiati a riparare se stessi mediante la crescita di nuove cellule sane a un ritmo molto piu' rapido', spiega Janina Tirnitz-Parker, che ha guidato lo studio.

GRAN BRETAGNA - Staminali reni. Il punto della ricerca

GRAN BRETAGNA - Staminali reni. Il punto della ricerca

Notizia
9 aprile 2010 1:28

Oggi il trapianto di rene e la dialisi, nei Paesi ricchi, ridanno la vita ai pazienti con malattie renali, che infatti non muoiono piu' per insufficienza renale; ma in futuro anche dialisi e trapianto lasceranno il posto a qualcosa di ancora piu' entusiasmante, la rigenerazione dei reni: verranno messe a punto tecniche di rigenerazione con cellule staminali, sia iniettate nel tessuto renale del malato, sia staminali del midollo osseo del paziente indotte (con farmaci) a migrare nel rene per favorirne la rigenerazione spontanea.
E' la prospettiva tratteggiata sulla rivista Lancet in una review firmata da Giuseppe Remuzzi, Ariela Benigni e Marina Morigi dell'istituto Mario Negri di Bergamo che fa il punto sugli ultimi risultati della ricerca.
C'e' inoltre la possibilita' di trovare, nascoste nei reni, cellule staminali adulte specifiche del tessuto renale, con proprieta' autorigeneranti che, opportunamente stimolate, possano a loro volta contribuire alla rigenerazione dell'organo.
Sempre su Lancet, che questa settimana dedica uno speciale alle malattie renali, Marcello Tonelli dell'Universita' di Alberta in Canada sottolinea che mentre nei Paesi in via di sviluppo, dove trapianto e dialisi sono ancora un sogno, si muore ancora di insufficienza renale, questo scenario e' praticamente cancellato in Occidente, dove chi ha un problema renale cronico anche grave trova nuova vita in dialisi e trapianto e di fatto sono i problemi cardiovascolari e non i reni a metterne a rischio la vita.
Molti animali, soprattutto anfibi e pesci, hanno un'enorme capacita' rigenerativa spontanea dei tessuti, reni compresi, in risposta a un danno acuto. Nei mammiferi questa capacita' e' ridotta, ma non assente, ed un'ampia documentazione scientifica, scrivono Remuzzi e colleghi su Lancet, dimostra che ci sono molte vie per amplificare le capacita' rigenerative dei reni; per esempio attraverso le cellule staminali adulte dell'organo.
La ricerca di queste staminali sta andando avanti: in numerosi lavori sono state individuate nel rene adulto umano 'nicchie' che custodiscono cellule con potenziale rigenerativo.
Alcune di queste staminali isolate da tessuto renale umano sano sono state gia' testate con successo su topolini dimostrando di poter indurre miglioramenti dei danni renali.
E non e' l'unica possibilita': 'cellule staminali adulte del midollo osseo - scrivono gli autori del lavoro - potrebbero contribuire al ricambio e alla rigenerazione di svariati compartimenti del rene. Queste staminali, infatti, pur essendo le progenitrici delle cellule del sangue, si differenziano anche in molte altre linee cellulari. Ed e' noto da svariati studi che le staminali del midollo migrano nel rene e partecipano al naturale ricambio dell'epitelio tubolare e alla riparazione del rene dopo danno acuto'.
Il problema e' di spingere la rigenerazione quando il danno e' cronico e progressivo: in questo caso si e' visto che farmaci contro l'ipertensione, presi a lungo termine, possono favorire un naturale, sia pur parziale, processo rigenerativo.
'Studi clinici miglioreranno la nostra comprensione dei geni che governano progressione e regressione della malattia renale cronica - concludono - e i geni associati a prognosi positiva.
Inoltre il miglioramento delle conoscenze sui farmaci gia' in uso che mostrino capacita' protettiva nei confronti dei reni potrebbe tracciare la strada verso nuovi percorsi terapeutici.
Insieme questi progressi in genetica e nelle conoscenze sui meccanismi di protezione renale contribuiranno a progettare molecole che abbiano come bersaglio geni rilevanti per la rigenerazione, che diverra' l'obiettivo finale sostituendo dialisi e trapianto'.

lunedì 22 marzo 2010

Verdure in gravidanza per ridurre il rischio che il nascituro sia diabetico

Le donne in dolce attesa devono prestare particolare attenzione alla loro dieta abituale, e non soltanto per non metter su troppi chili ma anche per garantire al feto tutti i nutrimenti di cui ha bisogno.

Lo conferma una recente ricerca condotta presso la Sahlgrenska Academy in collaborazione con la Linköping University e pubblicata su Pediatric Diabetes.

Gli studiosi hanno analizzato campioni di sangue di 6.000 bambini di sei anni di età per individuare una eventuale predisposizione al diabete di tipo 1 (in tal caso i globuli bianchi attaccano le cellule pancreatiche che producono insulina).

Il 3% dell’intero campione è risultato essere diabetico e i ricercatori hanno, così, potuto dimostrare che il rischio di diventare diabetico risultava doppio in quei bambini la cui mamma, durante la gravidanza, aveva consumato poche verdure.

I figli di donne che avevano mangiato verdura ogni giorno, invece, risultavano avere i rischi più bassi.

Hilde Brekke, a capo della ricerca, ha chiarito che questo studio non dimostra inequivocabilmente che le verdure svolgano un’azione preventiva ma certamente rappresenta un primo passo per capire in che modo lo stile di vita e quello alimentare della futura madre incidano sullo sviluppo del feto.

Diabete familiare: screening HbA1c non efficiente



La maggior parte dei pazienti che sviluppano diabete di tipo1 nelle famiglie in cui la malattia è presente non ha sintomi e non presenta anomalie allo screening di base al momento della diagnosi: questi soggetti infatti, pur risultando positivi all'analisi del DPT-1, all'inizio della malattia sono asintomatici ed hanno valori normali di glicemia a digiuno ed HbA1c. Ciò suggerisce che lo screening intermittente dei parenti ad alto rischio di soggetti con diabete di tipo 1 potrebbe consentire la diagnosi del diabete prima che intervengano gravi scompensi metabolici: il solo screening dell'HbA1c porterebbe ad un elevato numero di falsi negativi. (Diabetes Care 2009; 32: 769-73)

CELLULE STAMINALI: CHE COSA SONO, A COSA SERVONO, POSSIBILI APPLICAZIONI


CELLULE STAMINALI: CHE COSA SONO, A COSA SERVONO, POSSIBILI APPLICAZIONI




Che cosa sono le cellule staminali?



Le cellule staminali sono cellule dotate di peculiari caratteristiche che le distinguono da altri tipi cellulari.

Esse sono capaci di proliferare indefinitamente mantenendosi in uno stato indifferenziato: possono dunque affrontare numerose duplicazioni senza dare segno di invecchiamento o differenziamento. Questa proprietà va sotto il nome di self-renewal o auto-rinnovamento e viene altrimenti definita come la capacità di generare cellule con le medesime caratteristiche della cellula madre ad ogni duplicazione cellulare.

Inoltre, le cellule staminali posseggono una grande plasticità differenziativa, ovvero sono in grado di dare luogo a numerosi tipi cellulari diversi qualora vengano indotte a differenziarsi.

Nell’adulto le cellule staminali permettono il rinnovamento fisiologico dei tessuti stabili e labili e la rigenerazione dei tessuti danneggiati.





Fonti e caratteristiche delle cellule staminali



Dal punto di vista della plasticità differenziativa le cellule staminali si distinguono in:



Totipotenti, cellule in grado di dare luogo a tutti i tessuti di un individuo e agli annessi embrionali (trofoblasto e placenta). Sono da considerarsi totipotenti solo lo zigote e gli otto blastomeri derivanti dalle sue tre successive divisioni.

Pluripotenti, cellule in grado di dare luogo a tutti i tessuti di un individuo ma non agli annessi embrionali. Sono pluripotenti le cellule della massa interna della blastocisti, rivestita dal trofoblasto, dette anche Cellule Staminali Embrionali.

Multipotenti, cellule maggiormente differenziate rispetto alle precedenti, sono in grado di dare luogo a tutti i tipi cellulari del tessuto di appartenenza. Tipicamente vengono considerate multipotenti le cellule staminali dell’adulto.





Cellule Staminali Embrionali Umane (hESC): si trovano nella massa interna della blastocisti (embrione del IV-V giorno) in numero di circa 30 cellule.

Posseggono una estrema plasticità differenziativa (pluripotenza): infatti possono dare luogo a tutti i tessuti di un individuo ma non agli annessi embrionali. In vitro mostrano una capacità replicativa illimitata senza evidenziare segni di differenzimento (sono state propagate per due anni in vitro). Inoltre, se coltivate in vitro su piastre opportunamente trattate, esse danno luogo a corpi embrioidi, aggregati sferoidali in seno ai quali le cellule cominciano dopo alcuni giorni a differenziarsi spontaneamente in linee cellulari appartenenti ai tre foglietti embrionali (ectoderma, mesoderma ed endoderma).

Presentano un’elevata espressione del fattore trascrizionale Oct-4, dimostrato essere cruciale per il mantenimento proprio della “staminalità”.

Trascorrono la maggior parte della loro vita in fase S, mancando del checkpoint di fase G1. Non mostrano inattivazione del cromosoma X.



Cellule Germinali Embrionali Umane (hESG): sono cellule precursori dei gameti e derivano dalle Cellule Germinali Primordiali (PGE) che si ritrovano nella cresta germinale dell’embrione a partire dalla IV settimana. Se coltivate in vitro, analogamente a quanto avviene per le hESC, danno luogo a corpi embrioidi.



Sembra che il loro potenziale re plicativo sia inferiore a quello delle ESC (70-80 duplicazioni), ovvero siano meno clonogeniche: questo sarebbe da ascrivere al fatto che le ESG sono cellule maggiormente differenziate rispetto alle ESC.

Esprimono AP, SSEA-1, SSEA-4, TRA-1-60, TRA-1-81 e presentano inoltre espressione del fattore trascrizionale Oct-4.



Cellule Staminali dell’Adulto: a partire dallo sviluppo post-embrionico e durante la normale vita di un organismo, alcuni tessuti del corpo necessitano di un continuo rinnovamento per bilanciare la perdita di cellule che avviene naturalmente. Il ricambio cellulare e il conseguente equilibrio tra cellule morte e cellule vive va sotto il nome di omeostasi tissutale.

È opinione comune che tale omeostasi sia sostenuta dalle Cellule Staminali dell’Adulto. Vi sono diversi tipi di queste cellule che intervengono nel turnover di tessuti differenti, e le più caratterizzate sono le Cellule Staminali Emopoietiche (HSC): queste risiedono nel midollo osseo in particolari zone denominate “nicchie” (1-2% della popolazione midollare) e si ritrovano anche nel sangue periferico (0,05% delle cellule del sangue periferico).

Esprimono le molecole CD133 e CD34: CD133 è una glicoproteina a 5 domini transmembranari, il cui ligando e la cui funzione non sono ancora stati individuati. CD34 è una glicoproteina transmembranaria a singola catena di 110kDa, espressa da progenitori emopoietici sia della linea linfoide che di quella mieloide. CD34 è inoltre espresso dalle cellule endoteliali.

Le HSC possono differenziarsi in tutti i tipi cellulari del sistema emopoietico ma non è ancora chiaro se la loro capacità differenziativa sia limitata a questo tessuto o se esse possano anche dare luogo a tipi cellulari di tessuti differenti. Pertanto queste cellule vengono definite come pluripotenti.

Sono già da diversi anni utilizzate in clinica nell’ambito dei cosiddetti trapianti di midollo osseo, oggi chiamati anche “infusione di cellule staminali”. Tale tipo di trapianto fu effettuato per la prima volta nel 1956 da Donnall Thomas e Joseph Murray (premi Nobel per la Medicina nel 1990) in un malato di leucemia, che a seguito del trattamento guarì.

Le cellule staminali possono essere ottenute da midollo osseo o da sangue periferico dopo mobilizzazione del sangue con G-CSF e successiva selezione immunomagnetica. Le cellule sono poi espanse ex-vivo in modo da ottenerne un numero sufficiente per il trapianto (2x106cellule per kg di peso del paziente).

È largamente dimostrato che le Cellule Staminali Mesenchimali (MSC) posseggono un potenziale differenziativo notevole. Queste cellule sono di origine midollare, ma si ritrovano anche nel tessuto adiposo e in altri tessuti. Nel midollo osseo svolgono un importante ruolo come cellule della nicchia ematopoietica. Crescono in adesione, in vitro, assumendo una forma fusata, simile a quella dei fibroblasti, o con ramificazioni ed esprimono una specifica combinazione di molecole di adesione quali CD29, CD44, CD105, CD166, ed altri. Non esprimono invece marker propri delle cellule emopoietiche. Possono differenziarsi in diversi lineages cellulari in vitro come osteociti, adipociti, cellule muscolari, condrociti.

Inoltre, le Cellule Staminali Mesenchimali posseggono una spiccata attività immunosoppressiva nei confronti dei linfociti T, proprietà che le rende interessanti dal punto di vista clinico nell’ambito dei trapianti: si pensa infatti che queste cellule possano essere utili per evitare il fenomeno del Graft Versus Host Disease (GVHD) – ovvero l’aggressione dei linfociti T del donatore nei confronti del ricevente – che spesso si verifica nei casi di trapianto allogenico.

Studi condotti in modelli sperimentali di danno al miocardio hanno dimostrato che le MSC sono capaci di migliorare la sopravvivenza degli animali in cui erano state inoculate rispetto ai controlli non trattati. Sono in corso diverse ricerche per comprendere il potenziale terapeutico di queste cellule nell’uomo.



Da: “Stem Cell Research and Application: Monitoring the Frontiers of Biomedical Research”

American Association for the Advancement of Science and Institute for Civil Society

giovedì 18 marzo 2010

USA - Staminali. Ringiovanite cellule umane

USA - Staminali. Ringiovanite cellule umane
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Notizia
17 marzo 2010 20:23

Per la prima volta sono state ringiovanite delle cellule umane: si tratta delle cellule adulte rese staminali grazie a un cocktail di geni (chiamate Staminali Pluripotenti Indotte, Ips) e che hanno la caratteristica di invecchiare molto rapidamente. Il risultato, pubblicato sulla rivista Regenerative Medicine, secondo gli esperti potrebbe portare a future terapie anti-invecchiamento.
Autore dello studio e' un gruppo statunitense del quale fanno parte universita' (Ontario Cancer Institute, Burnham Institute for Medical Research and The Scripps Research Institute) e centri di ricerca privati (Biotime, Mandala Biosciences e Sierra Sciences). Il risultato, osservano i ricercatori, 'potrebbe permettere di far regredire il processo di invecchiamento nelle cellule umane per il loro uso nella medicina rigenerativa'. Per il coordinatore dello studio, il presidente della Biotime Michael D. West, 'e' l'inizio di nuove possibilita' di intervenire nelle malattie collegate all'eta'. Siamo convinti che queste tecnologie avranno un impatto significativo sul futuro della medicina, anche se c'e' ancora molto lavoro da fare per tradurre questa scoperta in terapie efficaci e sicure'.
Sebbene siano sotto molti aspetti simili alle cellule staminali embrionali, le staminali indotte sembrano invecchiare prematuramente: un problema che e' visto da molti esperti come il tallone di Achille nella possibilita' di utilizzare queste cellule. Per comprendere le cause di questo fenomeno i ricercatori hanno osservato che cosa accade nei telomeri, ossia nelle strutture che si trovano alle estremita' dei cromosomi e che sono il termometro dell'invecchiamento perche' si accorciano ogni volta che la cellula si riproduce. Hanno confrontato il comportamento dei telomeri in alcune linee di cellule staminali embrionali e in sei linee di cellule Ips derivate dalle prime.
Mentre nella maggior parte delle cellule Ips i telomeri si accorciavano con il ritmo veloce osservato in cellule di questo tipo, nella sesta linea i telomeri si conservavano notevolmente piu' a lungo (oltre 60 giorni) rispetto a quelli delle staminali embrionali. Cio' significa, osservano i ricercatori, che 'cellule differenziate e invecchiate possono diventare giovani'.

USA - Staminali. Le code dei topi ricrescono

USA - Staminali. Le code dei topi ricrescono
Anche ai topi, se viene tolta la coda, un giorno potrebbe crescerne una nuova come alle lucertole. Ma questo e' possibile anche togliendogli solo un gene, il 'p21': spegnendolo, infatti, i ratti con tessuti danneggiati riparano la ferita senza cicatrici.
E' quanto dimostrato dai ricercatori del Wistar Institute di Filadelfia diretti da Ellen Heber-Katz. Gli esperti hanno visto che, mettendo 'ko' il gene p21, topi con ferite possono rigenerare nuovo tessuto non cicatriziale, indicando la possibilita' di ricreare tessuti lesi e guarire ferite in poco tempo senza cicatrici.
Lo studio e' stato riportato sui Proceedings of the National Academy of Sciences.
Proprieta' rigenerative notevoli sono note solo per animali meno evoluti dei mammiferi, quindi invertebrati e vertebrati come gli anfibi, per esempio salamandre e lucertole. E' noto che se la salamandra perde la coda puo' riformarla. Ma per un topo una capacita' simile sembra non esistere.
Invece i ricercatori americani si sono accorti casualmente studiando topi di laboratorio con ferite (veri e propri buchi) alle orecchie che alcuni di essi erano capaci nel giro di poco tempo di 'chiudere i buchi' mostrando un orecchio sano e senza segni. Indagando a fondo i topi dalle misteriose capacita', gli scienziati si sono accorti che questi roditori erano privi del gene p21. A cio' corrispondeva la capacita' delle cellule a livello della lesione di rigenerarsi spontaneamente, grazie all'entrata in azione di cellule staminali, riformando appunto tessuto sano non cicatriziale.
Lo studio approfondito del p21 e del suo funzionamento potrebbe aprire dunque nuove strade per la rigenerazione di tessuti malati.

USA - Staminali. California pronta a finanziare fasi più difficili sperimentazione clinica

USA - Staminali. California pronta a finanziare fasi più difficili sperimentazione clinica


12 marzo 2010 12:18



Il California Institute for Regenerative Medicine (Cirm), la commissione statale che assegna i 3 miliardi di dollari che i californiani hanno destinato alla ricerca sulle staminali con un referendum, ha approvato una proposta di finanziamento per lo sviluppo di nuove terapie a base di staminali.

La proposta prevede che il Cirm finanzi le sperimentazioni cliniche agli stadi iniziali e le attività di produzione di nuovi farmaci.

I centri di ricerca biotecnologica che testano le nuove terapie a base di staminali, hanno difficoltà ad ottenere finanziamenti da parte delle compagnie farmaceutiche e da altri privati a causa dei rischi insiti in un'area di ricerca nuova e ancora poco conosciuta. Lo scorso anno per la prima volta una società di ricerca, la Geron Corp. ha ricevuto il via libera dell'Agenzia del farmaco FDA per una sperimentazione clinica sugli umani. Ma la gran parte della scienza delle staminali è ancora alle prime fasi di sperimentazione.

"Il finanziamento delle sperimentazioni cliniche offre un sostegno fondamentale alle prime fase della ricerca clinica, la più difficile su cui ottenere finanziamenti privati", ha spiegato il presidente del Cirm, Robert Klein. Il bando sarà probabilmente pubblicato questa primavera. I candidati dovranno sottoporre i loro progetti di ricerca entro luglio per poter ottenere i fondi. La selezione sarà fatta da una commissione indipendente di esperti, che raccomanderà al Cirm i più meritevoli.